Rifugio La Montanara


RISTRUTTURAZIONE RIFUGIO “LA MONTANARA” SITO SULLA P.ED 350 IN C.C. DI MOLVENO


L’incremento dei flussi turistici che ha caratterizzato questa porzione del territorio molvenese sita in località “Palon de Tovre” in fregio alle Dolomiti di Brenta, ha reso necessario e improcrastinabile un intervento di ristrutturazione e adeguamento della struttura al fine di assicurarne in primis, l’efficienza strutturale e, nel lungo periodo, la sostenibilità della gestione, minacciata (1) dalle mutate esigenze del mercato turistico sempre più attento anche alla qualità delle dotazioni e al comfort della sistemazione e (2) da un mercato del lavoro, che nel comparto impiega, sempre più, maestranze “non residenti”, cui è necessario assicurare adeguato alloggio e sistemazione. Peraltro, nel caso in parola detta ultima fattispecie risulta ancora più stringente, considerati la collocazione della struttura (posta a 1530 m. s.l.m.), il suo collegamento con il fondo valle per mezzo di strade forestali e/o impianti a fune e l’ampio periodo di apertura (10 mesi all’anno, anche per la cena oltre che per il pernottamento), caratteristiche che, appunto, impongono di ricavare adeguate sistemazioni abitative ai gestori e ai dipendenti.

I lavori di ristrutturazione del rifugio “La Montanara” sito sulla p.ed. 350 in C.C. di Molveno”, sono stati assentiti a seguito del complesso procedimento autorizzativo, iniziato nel 2010 che hanno interessato nel corso degli anni, la “Commissione provinciale per la Tutela del Paesaggio”, la “Commissione di Coordinamento della P.A.T.”,  l’ “Ente Parco Naturale Adamello-Brenta” ed il Comune di Molveno.
Il progetto originario è stato oggetto di varianti edilizie che di volta in volta hanno riguardato:  (1) razionalizzazione degli spazi interni del piano seminterrato e del piano terra, riposizionando la scala centrale e l’accesso esterno ai servizi aperti al pubblico, (2) il piano rialzato, con il riposizionamento della cucina e l’aumento della superfice della zona bar, (3) il primo piano, con la formazione di otto stanze con relativi servizi, (4) il piano sottotetto, con la sopraelevazione della copertura e la modifica della forma e del numero degli abbaini al fine di assicurare una minima vivibilità agli spazi che ci si propone di ricavare nel sottotetto.
A questo si aggiunge la (5) la sistemazione della piazzola di atterraggio dell’elicottero.


Il progetto eseguito con relative varianti, ha proposto (1) la realizzazione di una serie di interventi tesi alla riqualificazione energetica dell’edificio (coibentazione delle murature perimetrali, della copertura, installazione dei pannelli solari), (2) la sopraelevazione di 0,40 metri, rispetto a quanto già assentito, dell’imposta della copertura (che conserva la precedente configurazione a due falde e conferma la direzione del colmo lungo l’asse est-ovest) e la modifica della forma e del numero degli abbaini (che da 6 a forma di “cuccia di cane” sono ridotti a 2 a forma di “nastro”, di dimensioni più grandi, al fine di assicurare una minima vivibilità degli spazi che ci si propone di ricavare internamente) e (3) modifiche alla destinazione e/o distribuzione interna degli spazi tese ad ottimizzare e agevolare la gestione aziendale quali, la destinazione ad autorimessa e deposito dell’ampio locale a piano seminterrato, la creazione, al medesimo piano, di un locale da destinare a spogliatoio/camera calda a servizio degli avventori e la contestuale riconversione degli spazi che prima ospitavano la stanza del personale a funzioni a servizio della ristorazione, la razionalizzazione, a piano rialzato, dei percorsi e degli spazi destinati a ristorante e cucina, la realizzazione a piano primo di una stanza per il personale e, appunto, a piano sottotetto la previsione, di una nuova unità abitativa per il gestore e di due ulteriori stanza per il personale. Infine, comune a tutti i piani, modifiche alla precedente disposizione del vano scala e ascensore.
Circa le sistemazioni prospettiche, la proposta variante ripropone sostanzialmente le finiture e le scelte architettoniche precedenti, che ben si inseriscono nel contesto.

Conseguenza “ultima” dell’intervento così descritto è la realizzazione di un edificio che si distinguerà anche per il livello di prestazione energetica (classa “A+”) e la sua sostenibilità ambientale, obiettivi, questi, promossi e incentivati a livello locale e internazionale da politiche che individuano nella necessità di un sostanziale cambiamento nel modo di costruire, di gestire e di mantenere gli edifici esistenti, la chiave di volta in ambito edilizio per la salvaguardia dell’ambiente e la tutela della salute e del benessere dell’uomo.
In generale, l’intervento proposto sull’edificio, risulterà anche finalizzato a:
•    migliorare il comfort degli ambienti interni;
•    contenere i consumi di energia;
•    ridurre le emissioni di inquinati e il conseguente impatto sull’ambiente;
•    utilizzare in modo razionale le risorse, sfruttando le fonti energetiche rinnovabili in sostituzione dei combustibili fossili.